Il riconoscimento della guarigione del Parisi come evento miracoloso, avvenuto per l'intercessione del Beato Gabriele dell'Addolorata, ha dato un contributo fondamentale alla conclusione positiva del processo di canonizzazione, come risulta dagli atti del verbale dell'interrogatorio di Luigi Parisi avvenuto nel Palazzo Vescovile di Gallipoli il 23 maggio 1913, in occasione del Processo Apostolico per la santificazione del giovane Passionista. Vescovo di Gallipoli era in quegli anni S.E. Gaetano Muller.

La storia del Parisi si può riassumere brevemente in questa maniera: falegname sedicenne, negli ultimi anni del diciannovesimo secolo, mentre esegue insieme con il proprio maestro un lavoro alquanto pesante, avverte un forte dolore all'inguine destro. Il dolore è così intenso che il Parisi crolla a terra e lì vi rimane per almeno un quarto d'ora  prima di riprendersi, anche se non completamente, tanto che riesce a ritornare a Gallipoli solo verso l'imbrunire. Comincia così il calvario di Luigi che dovrà convivere con la sua ernia per molti anni ancora, anni che saranno caratterizzati da dolori acutissimi, gonfiore, disturbi intestinali, ecc.

Tutti i medici che lo visitano gli confermano che l'unica soluzione possibile è l'operazione chirurgica che però il Parisi rifiuta ostinatamente. La sua vita procede quindi con la presenza dolorosa dell'ernia, solo in parte contenuta da un cinto. Per un paio d'anni dopo l'incidente prega quasi ogni giorno San Giuseppe perchè interceda presso Dio per una sua completa guarigione, ma, come egli stesso racconta, visti gli sforzi inascoltati desiste e non pensa più a miracoli o grazie fino a quando un giorno non riceve in dono da una signora, Agata D'Armento, che conosce la sua passione per i libri che raccontano della vita dei santi, il libro sulla vita del Beato Gabriele.

E' il primo incontro di Luigi con il Beato Gabriele, di cui non ha mai sentito parlare e per il quale non ha alcuna devozione, come egli stesso sottolinea in una delle sue risposte. Ma è sicuramente questo uno dei momenti fondamentali della storia di Luigi, perchè il ricordo del Beato lo prende durante una notte trascorsa tra dolori atroci e con il pensiero della morte ormai prossima, tanto da richiedere la presenza di un prete per gli ultimi Sacramenti. Passata la crisi, Luigi ritorna dalla signora D'Armento alla quale chiede una figurina del Beato perchè ricorda di aver letto nel libro dei miracoli attribuiti al Beato e riguardanti anche alcune ernie ed ha deciso di chiedere l'aiuto del Beato con un triduo di preghiere. Accesa quindi una lampada innanzi alla figurina incomincia a pregare ed alla fine della giornata unge la parte malata con l'olio della lampada. I dolori ed il gonfiore continuano, così come le preghiere di Luigi; ma ecco, il secondo giorno, l'evento miracoloso: i dolori sono scomparsi ed anche il gonfiore, tanto che Luigi, nei giorni successivi, riprende, anche se con cautela, la vita normale e lavorativa.

Anche i medici che lo visitano constatano, con sorpresa, l'avvenuta guarigione. Il miracolo avviene quindi nel mese di febbraio del 1912, in un giorno imprecisato, così come ricorda lo stesso Luigi. Per ringraziare il Beato si reca, come promesso, nel convento dei padri Passionisti più vicino a Gallipoli, a Novoli; e da qui la notizia dell'evento miracoloso raggiunge Padre Gregorio Postulatore Generale della Congregazione dei Passionisti che lo invita ad andare a Roma per poter constatare di persona l'avvenuta guarigione. Sono quindi questi i primi passi che porteranno Luigi Parisi davanti al Vescovo Gaetano Muller durante il processo di canonizzazione del Beato Gabriele