Identità cristiana della famiglia

Avvisi parrocchiali 16 – 22 marzo 2015
15 Marzo 2015
Avvisi Parrocchiali 23 – 29 marzo 2015
23 Marzo 2015

Si è svolto ieri presso la Parrocchia San Gabriele dell’Addolorata in Gallipoli l’incontro di formazione per le famiglie dal tema «Identità cristiana della famiglia. La famiglia “Chiesa domestica”: spazio in cui il Vangelo è trasmesso e da cui si irradia» tenuto da Mons. Fernando Filograna, Vescovo della Diocesi di Nardò-Gallipoli.

Dinanzi ad un’assemblea gremita, composta da numerose famiglie e operatori pastorali, il Parroco don Piero Nestola ha introdotto la riflessione partendo da un’immagine molto bella di Chagall, il Cantico dei Cantici III. Guardando il dipinto ci si trova immersi nell’abbraccio caldo del rosso della tela, è il cuore della meditazione biblica chagalliana. La vita, la Torà e l’amore segnano lo sviluppo della sinfonia di forme e di colori di Chagall. La terra quando “incontra” la vita fiorisce nel giardino, un simbolo ricorrente nelle tele del Cantico. Altro simbolo presente nel Cantico è l’albero della vita. Il perno, il capitolo, attorno al quale si avvolge il rotolo della torà è chiamato in ebraico “albero della vita”. La torà riporta l’uomo alla bellezza originaria, l’amore che lega un ebreo alla torà è amore passionale e ardente, con la torà si danza, la torà è la guida dentro le oscurità del mondo, perciò torà e donna, donna e vita, sono gli accordi dell’unica grande sinfonia dell’amore. Ecco perché le tele sono in rosso, il colore dell’amore passionale, il colore del sangue in cui scorre la vita, il colore dei veli che proteggevano la torà. Il rosso è il cantus firmus il tema musicale dominante che avvolge lo sviluppo cromatico dell’intera melodia. Il dipinto propone l’immagine di due sposi che, in un volo ideale, sembrano legare il cielo e la terra, segno di un amore coniugale che viene dall’alto e si radica nella terra.

Dopo l’introduzione del Parroco, il Vescovo ha introdotto la sua relazione, delineando i tratti della famiglia cristiana oggi, partendo dagli Atti degli Apostoli e tratteggiando con abile parallelismo la storia d’amore di Aquila e Priscilla a Corinto. Il loro incontro con Paolo, Apostolo delle genti e il cammino che insieme compiono. Siamo nella prima generazione, di coloro che dopo gli apostoli incominciano a conoscere Gesù. Aquila e Priscilla arrivano a Corinto, che a quel tempo era una città viziata a causa dei conflitti tra i Giudei e i Giudei/Cristiani costretti a lasciare Roma. Anche Paolo lascia Atena, non compreso e amareggiato e giunge a Corinto dove viene accolto da Aquila e Priscilla. Nasce così una storia di conoscenza, incontro, rispetto, evangelizzazione. Una Chiesa domestica, un seme in fermento. La bellezza di una famiglia cristiana dove ciò che unisce non è strategia ma è rispetto, carismi, fraternità, conoscenza di Cristo, ruoli diversi a servizio della Comunità. Una gioia interiore che contagia e l’azione dello Spirito Santo che crea la Chiesa. Aquila e Priscilla da generati nella fede diventano generatori di fede attraverso la trasmissione del Credo. Corinto diventa piccola Chiesa.

Mons. Filograna ha poi delineato quelli che dovrebbero essere i tratti essenziali della famiglia cristiana:

  1. Soggetti affidabili (Dio si fida della coppia)
  2. Disegno provvidenziale di Dio nella storia dei coniugi
  3. La fede come stile di vita (genitori primi catechisti e testimoni dell’Amore di Dio)
  4. Importanza del dialogo. Dialogo nella coppia, dialogo con i figli. Genitori chiamati a trovare tempo per ricevere domande da parte dei figli. I catechisti e i sacerdoti arricchiscono e non sostituiscono il ruolo dei genitori.

Il Vescovo ha poi aperto un’ampia riflessione sul contesto sociale che oggi stiamo vivendo. Un contesto che genera confusione. Che cosa imprime nei nostri ragazzi?

Il Vangelo è l’unica ideologia che promuove l’uomo. L’unica rivoluzione che siamo chiamati a compiere. Il Cristiano non è un essere sperduto. Ha dei precisi punti di riferimento.

Chiamati come famiglie a collaborare con la Chiesa, a non delegare.

La Madre comunica al Figlio. Il Figlio mentre scopre la Fede fa riscoprire la Fede al genitore. Un nuovo cammino esperienziale. Il bambino è un piccolo apostolo che cresce nella fede e in questa crescita rigenera la parrocchia, famiglia di famiglie cristiane. C’è una condivisione, un’amicizia profonda. La famiglia luogo del risorto.

Il Vescovo ha concluso la sua riflessione con un apologo del poeta danese, Joergessen,: “Il filo dall’alto”. Un ragno da un ramo più alto del giardino scese giù sui rami più bassi appeso al filo della sua bava e incominciò a tessere la sua tela. In uno stupendo mattino, mentre ripercorreva la sua tela soddisfatto e contento del suo lavoro e della bellezza di quel ricamo, ecco vide un filo, quello che veniva dall’alto: non ne ricordò l’origine e lo tranciò. Tutta la tela si afflosciò e cadde ai piedi dell’albero: dello stupendo lavoro non rimase che un mucchietto di sporcizia. Quello che esalta la bellezza, la grandezza dell’opera umana, è questo filo che ci viene dal cielo. Dimenticarlo è facile per tutti, ma è tragico, poiché quello che dell’uomo e del suo mondo rimane senza lievito divino, è spaventoso.

Affidiamoci dunque alla misericordia di Dio, l’unica che è capace di portare la gioia nel nostro cuore.